Lavorare con i diisocianati: ecco cosa serve sapere

Sono usati nel settore edile, calzaturiero, della casa, della stampa, nelle officine meccaniche, nell’automotive. Si trovano nella produzione di vernici, schiume, colle, sigillanti, lacche, resine e prodotti per l’isolamento. Sono sostanze tossiche responsabili anche di gravi malattie professionali. Sono i “diisocianati”. E si stima (Fonte: Ca’ Foscari) che l’esposizione a tali prodotti in ambito comunitario coinvolga 4,2 milioni di persone e che i casi accertati di asma bronchiale grave siano 5.000 all’anno. Per arginare il rischio delle malattie professionali e creare consapevolezza fra i lavoratori dal 24 agosto del 2023 è d’obbligo tra i professionisti che usano prodotti con una concentrazione di diisocianati superiore all’0,1% partecipare a corsi di formazione, ottenendo in questo modo un attestato per un uso sicuro del prodotto stesso. «Per noi è importante combattere le malattie professionali con un’informazione corretta – spiega Graziano Natalucci, titolare dell’azienda – Noi che lavoriamo nel settore edile, e che abbiamo un magazzino di riferimento per la vendita di questa tipologia di prodotti, è fondamentale sensibilizzare e diffondere informazioni sull’argomento. La salute delle persone è una priorità che va sempre tutelata».

Per il regolamento europeo i diisocianati sono stati classificati nel 2008 come sensibilizzanti delle vie respiratorie di categoria 1 e come sensibilizzanti della pelle di categoria 1. La Restrizione n.74 del Regolamento  (ce) n.1907/2006 cosiddetto REACH, dunque, da circa un anno rende obbligatorio per chi usa questi composti chimici (tra cui anche lavoratori autonomi e datori di lavoro che manipolano questi componenti) partecipare a dei corsi formativi per il rilascio di un patentino.

Ad organizzare queste ore di formazione sono le associazioni di categoria, gli enti pubblici, gli studi provati o le scuole di settore. La formazione, che può essere di diversi livelli, riguarda, ad esempio, la gestione dei rischi, la normativa, le misure di prevenzione e di utilizzo. «Parlare di queste cose è un aspetto fondamentale anche del nostro lavoro – conclude Natalucci – Aggiornarsi su norme e rischi vuol dire agire sulla prevenzione e sulla sicurezza di tutti noi».

Secondo dati Inail, in Italia, nel 2023 le denunce di malattia professionale protocollate sono state 72.754, circa 12mila in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+19,7%). L’incremento è del 31,6% rispetto al 2021, del 61,6% sul 2020 e del 18,7% rispetto al 2019. L’incremento delle denunce interessa tutte le aree del Paese. Secondo l’Istituto nazionale le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori, dalle patologie del sistema respiratorio e dai disturbi psichici e comportamentali.